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Lo spettacolo conviviale è unitariamente
bifronte: avviene, infatti, l'ordinato succedersi dei cibi
e delle vivande offerti all'ammirazione dei convitati con
scenografici trionfi in contrappunto alla realtà
trasformata dagli intrattenimenti degli attori, dalla musica,
dalle danze e dagli ingegni scenici.
C'è lo spettacolo durante il banchetto, c'è
lo spettacolo del banchetto e c'è il banchetto come
elemento dell'insieme festivo.
L'offerta del cibo è dunque momento centrale della
"liturgìa" della festa. L'imbandigione
di vini e vivande, la varietà copiosa, il dispiegamento
di raffinate arti di cucina, concorrono a dare lustro alla
casata dell'ospite, alla sua nobiltà, a magnificare
la potenza. Il susseguirsi delle vivande è parte
integrante della festa: maestro di casa, scalco, trinciante,
coppiere, servitori, danno corpo a una coreografìa
che trasferisce lo "spettacolo" dalle cucine ai
saloni, alle tavole e fin dentro i piatti.
Le
cronache, i codici antichi, i ricettari manoscritti ed a
stampa recano l'impronta di grande e diffusa raffinatezza,
di un ingegno pari a quello investito nella vita di corte
nel dispiegarsi delle altre arti. Anche la componente strettamente
culinaria è al servizio dell'ammirazione che, a gloria
del Principe, deve scaturire dal festeggiamento. Le complesse
giustapposizioni dei gusti, dei sapori, dei profumi e delle
cromìe, sollecitano l'intelligenza a varcare le soglie
della nostra sensibilità, ad usare anche il palato
come strumento per cogliere, oltre mera e vivisettrice filologìa,
i "sapori" di un'epoca, della sua musica e delle
sue arti.
Per tutto il millecinquecento lo spettacolo conviviale dimostra
un'esigenza sempre crescente di una cultura celebrativa,
con un impiego straordinario di apparati festivi organizzati
creativamente con l'intervento di tutte le arti a favore
dell' “invenzione". Rappresentazioni di questo
tipo si snodavano spesso nell'arco di una o più giornate
relativamente alla solennità della festa.
Si usava festeggiare e banchettare sia all'aperto che nelle
sale di corte. A seconda della disposizione dei posti, i
tavoli venivano collocati lungo le pareti, oppure soltanto
lungo la parete frontale, affinchè restasse spazio
al centro ed in altre parti per gli attendenti, i servi,
gli attori, i cantori, i musici e i danzatori.
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